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04-02-2021

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AI: ancora una volta, l’uomo al centro.

Il tema della centralità dell’uomo, argomento a noi molto caro, è stato affrontato anche dal CMO di IBM Italia Luca Altieri, nel suo brillante intervento durante la prima giornata di “Ai For Humanity & Ai For Marketing” di #UMANIA2021. Il suo speech, incentrato sul tema dell’Intelligenza Artificiale e del rapporto uomo-macchina, ha previso un’interessante digressione sul ruolo dell’uomo in relazione alle macchine. 

 

Dopo una panoramica sul mondo dell’AI, il Dott. Altieri ha affrontato il discorso relativo alla paura che i robot possano prevalere sull’uomo e sostituirsi a lui; timore posto dalla filmografia e studiato dalla scienza. Nello specifico, il dubbio verte intorno alla possibilità delle macchine di avere una coscienza; tema caldo negli ultimi anni, visto che l’AI è esplosa e ha raggiunto capacità che si sono sviluppate in modo esponenziale. 

Oggi, infatti, le macchine ragionano, capiscono, fanno ipotesi e previsioni, imparano e apprendono; il tutto grazie ad una duratura interazione con l’uomo e una giusta stimolazione. 

 

Tuttavia, nonostante queste abilità, le macchine non sono uguali agli uomini. Secondo il Professore Riccardo Manzotti, quest’ultimo punto mette in luce la differenza fra “oggetti” e “soggetti” e il conseguente interrogativo: che cosa manca alle macchine per essere come gli esseri umani? Secondo il Professore Manzotti tale quesito chiama in causa il dibattito sulla coscienza, “problema” non più solo etico/filosofico ma anche fisico/scientifico. 

 

Ad oggi, i più sembrerebbero concordare nell’affermare che le macchine siano intelligenti, ma non coscienti. Lo stesso Dott. Altieri, ad esempio, afferma che le macchine non abbiano capacità di comprendere e agire secondo coscienza, intesa come “abilità di distinguere fra bene e male”. 

La macchina, infatti, agisce sempre su programmazione dell’uomo: è l’uomo a impostare gli input ai quali quest’ultima risponde. La macchina agisce e pensa, ma dietro c’è sempre un uomo che ha dato inizio al tutto, ha scelto come e quando avviare un processo di automatizzazione artificiale e che si assume le responsabilità finali di tutto il sistema avviato. 

 

 

Questo discorso ci serve a comprendere che, anche in situazioni in cui l’uomo sembra poter essere messo in secondo piano, in realtà continua a giocare un ruolo sempre centrale. È sempre dall’uomo, infatti, che tutto parte e tutto torna. 

Ancora una volta, anche se in un ambito diverso, è dimostrata l’importanza della filosofia vitruviana: uno dei nostri pilastri portanti. 

 

#wearesettimopiano #tuttoèmarketing

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